Carduus: l’amaro al carciofo di Brindisi

A volte le idee migliori prendono forma nei contesti più inaspettati. Così, può capitare che sei invitato a cena con amici e, arrivato il momento dell’amaro, ti chiedi come sia possibile che proprio a Brindisi non ci sia un buon amaro al carciofo locale. 

Inizia così, un po’ per gioco, un po’ per scherzo la sfida di Francesco Lillo e Fabrizio di Rienzo di porre rimedio a questa mancanza provando a produrre il primo amaro al carciofo brindisino.

Il giorno seguente, il contesto ilare e familiare della cena era ormai superato, ma l’idea dei due ragazzi è rimasta permeata nelle loro teste. Da quel momento ha avuto inizio un lungo percorso che li ha condotti oggi a essere a un passo dalla commercializzazione del loro primo amaro.

L’obiettivo è quello di realizzare un prodotto a km zero che sia un simbolo distintivo della comunità brindisina e delle sue tradizioni agroalimentari alle quali Francesco e Fabrizio si sentono profondamente legati. 

Francesco, infatti, gestisce insieme alla sua famiglia un’azienda agricola. La famiglia di Fabrizio, invece, è inserita da anni nel settore turistico con uno dei primi B&B della città. 

Oggi, inoltre, Fabrizio gestisce, insieme al fratello, L’Hospitale del turista, una bottega nel cuore della città che è molto più che un negozio di souvenir. Qui i viaggiatori possono trovare gadget realizzati da artigiani locali, prodotti tipici enogastronomici, oltre che un luogo di incontro e di scambio che unisce, in maniera indelebile, la visita di questa città al ricordo e alle emozioni che si conservano per sempre nella propria memoria. 

Il desiderio di questi giovani ragazzi è stato intercettato all’interno di Palazzo Guerrieri, luogo in cui la loro idea ha iniziato a prendere forma. 

I due hanno vinto la seconda edizione del Laboratorio di Innovazione Urbana, promosso dal Comune di Brindisi, portando avanti il progetto di realizzare una mappatura delle eccellenze agricole locali, tra le quali compare anche il carciofo brindisino. 

Attraverso la compilazione di un form online, i produttori hanno manifestare il proprio interesse a inserire i propri prodotti all’interno di questa mappatura. Dopo essere state raccolte, le domande pervenute sono state selezionate e le più rilevanti caricate sul portale. Tra queste compare, un esempio su tutti, il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto. Questo pomodorino dolce, succoso e serbevole era ben radicato nella tradizione gastronomica di questa terra, infatti il sugo della pasta nel brindisino era rigorosamente quello che derivava dalla passata di fiaschetto. Eppure nonostante questo radicamento, il pomodorino rischiava di sparire, sostituito da ibridi da sugo più redditizi in termini di tempo e quantità di prodotto finito. Grazie allo sforzo dell’ente gestore del parco di Torre Guaceto, e ai professionisti del settore, sensibili al tema della biodiversità, è stato possibile recuperare e tutelare questo prodotto che Francesco e Fabrizio hanno deciso di inserire nella loro mappatura. L’obiettivo perseguito attraverso questa mappatura è duplice e da una parte si rivolge alle aziende affinché siano valorizzati i loro prodotti locali di qualità. Dall’altra parte si rivolge ai consumatori che, consultando questo sito, possono trovare un vero e proprio formulario di prodotti che vale la pena conoscere e consumare. 

Accanto a questo progetto, che ha tenuto impegnati per mesi Francesco e Fabrizio, i due hanno continuato la ricerca della ricetta perfetta per il loro amaro al carciofo. Dopo una prima fase di analisi e studio, avvenuta grazie a professionisti di settore e a lunghe notti di studio dei ricettari sulle tinture, Francesco e Fabrizio hanno raggiunto il giusto equilibrio di gusto. 

Carduus, il loro amaro, dal sapore delicato, ma intenso, è prodotto all’interno del Laboratorio urbano Infuseria Brindisina che i due giovani sono riusciti a realizzare attraverso i fondi ricevuti dalla Regione in quanto anche vincitori del progetto PIN – Pugliesi Innovativi. 

I carciofi brindisini, raccolti nelle coltivazioni limitrofe a Brindisi, vengono puliti e trattati nel micropificio di trasformazione. Qui vengono essiccati, posti a macerare nell’alcol con aromi e sapori, corretti con acqua e zucchero nelle giuste quantità fino a realizzare il prodotto finito pronto per essere imbottigliato e finalmente gustato. 

Manca davvero poco affinché tutto ciò sia possibile, di fatto Francesco e Fabrizio stanno aspettando l’arrivo degli ultimi permessi da parte della dogana per partire con la produzione e commercializzazione.

Inizialmente si tratterà di una distribuzione locale che vuole raggiungere i ristoranti, le enoteche, le botteghe della zona. In contemporanea, l’amaro sarà disponibile sul portale e-commerce presente nel sito Infuseria Brindisina, così da raggiungere un più vasto pubblico, sempre sensibile e interessato a gustare l’amaro di Brindisi. 

La strada da percorrere è ancora lunga, e il viaggio di questi giovani ragazzi sembra essere appena iniziato. 

La determinazione e la voglia di fare bene è tanta, così come le possibilità ancora da esplorare, come quella di realizzare dei tour “Dal campo alla goccia” che accompagnino coloro che sono interessati a conoscere l’intero processo di produzione, a partire dalla raccolta dei carciofi nei campi fino alla loro trasformazione nell’infuseria, senza tralasciare il momento più importante, ovviamente quello dell’assaggio! 

L’obiettivo è ambizioso, ma all’altezza dei loro ideatori: dei ragazzi capaci di mettersi in gioco per valorizzare la loro terra in modi innovativi e stimolanti, avendo come bussola la creazione di valore aggiunto per se stessi e la comunità di cui fanno parte.